mercoledì 22 luglio 2015

Come il vento.

Pensieri sparsi, di parole fragili e sentimenti vani. 



"È il lento scorrere delle cose a darmi il giusto peso, mentre il vento che soffia leggero tra le verdi foglie estive mi lascia assaporare la strana certezza del mondo che va, e non mi aspetta.

L'avvolgersi di un mercoledì di metà estate ci donava quella strana certezza degli scrittori, dove tutto è possibile e niente ritorna, le paure prendono il volo mentre le certezze si ancorano allo scorrere dei giorni. Ma forse è il contrario. L'esatto contrario.

Come l'attimo prima di riprendere fiato, mentre l'onda arriva e tutto si ferma. E brami ossigeno, e sole, e vento come se tutto fosse rinchiuso in quell'istante come se non esistesse nient altro. Con la consapevolezza che se anche ci fosse, dell'altro, non avrebbe peso perché in fondo, è davvero Tutto lì.


Profumo di sabato,
Di tempo che scorre lento
Emozioni appese a un filo
Certezze? No, non sono mie.
Forse consapevolezze, si, quelle si. 
So di esserci, in questa estate. In questa città. In un nostro NOI.


E impari a cavartela, a rimanere mentre ogni cosa perde peso, mentre un altro giorno muore, lì dove si increspano le ultime onde. Dove muore lo sguardo. Dove rimani solamente tu.


E in fondo, 
Vivere di istanti 
Mai distanti dai sogni 
Ma lontani dalla realtà che logora, 
deforma
E spiazza ogni mia 
Se pur vana
Incertezza.


Esplodono paure notturne, come pioggia estiva, bagnano ogni certezza per poi asciugarsi, delicate, alla luce del sole.

Un istante: quello cambia le cose. E rimane appeso, indelebile allo scorrere del tempo. Esiste, nonostante tutto, nonostante noi.

Ed Io che amo i cambi di rotta non posso che augurarti un piccolo naufragio.

Mi affascina la strana bellezza dei viaggiatori, che se ne fregano dei vestiti, dei capelli scompigliati, del vento forte, della pioggia battente del sole che muore. La bellezza del loro andare, come se non dovessero tornare più, come se avessero sempre qualcuno da cui andare.

"Quando lo guardo, vedo tutta la strada che ha percorso, le cadute che ha vinto, i sogni infranti. E mi stupisco della forza che ancora lo tiene in piedi, ancora lo spinge. Lotta contro il mondo guardando il cielo. Mi piace guardarlo. Lo vedo."


"È una dimensione, come il nirvana. Tutto è al suo posto, in un ordine preciso. Come se l'universo gli avesse concesso questo angolo. Un equilibrio, non perfetto, la perfezione non fa parte del nostro essere ma...esatto. Tutto è esatto."
"Strano come immagini le cose e poi come si avverano."
"È una dimensione."


"Forse il segreto è semplicemente resistere. Rimanere. Continuare."
"Perché ti sei mai arresa?"
"Sempre e me ne sono accorta quando ho resistito veramente per la prima volta. E ce l'ho fatta."
" E come ti senti?" 
" Fiera di me. Per la prima volta. Ed è bellissimo"


Lu e Po, un tramonto alle porte della città.
E nelle giornate di pioggia ti cerco, mentre sono per strada e l'ombrello mi ripara dal mondo. Ma non da me."

sabato 30 maggio 2015

Il mio momento.

Mi hanno detto che più vivi meno scrivi. E ho scritto meno, almeno non qui, e cercato di vivere al massimo, pensando sempre a questo mio luogo.
Nonostante il tempo, la scrittura, come l'inchiostro, non mi abbandona. Scrivo, mentre penso e mi perdo guardando questo mondo e, infondo, cerco il mio modo per vivere. Vivo di lei, con lei e per lei. Ma non trovavo il tempo da dedicarle, come se qualcosa mi stesse bloccando. Sputavo parole senza raccontare.
Mentre cercavo di ritrovare il tempo per riprendere a giocare con le parole, ho imparato quanto è importante il verbo resistere. Mentre il mondo, come una giostra impazzita, mi urlava di scappare io non volevo ancora scendere. Non era ancora il mio momento. A suon di sbalzi, stuffi, grida, risate, rimpianti, lotte ho imparato a non arrendermi. Scrivevo il mio luogo mentre guardavo il resto scorrere. Scrivere, resistere e poi? Lottare. Per me, anche, per gli altri, sopratutto e per noi. In fondo eccolo, il mio momento nascosto. Mi guardava e sorrideva. Sapeva che ero rimasta, nonostante tutto. È strano come parola si sia insinuata così a fondo da finire impressa su una pagina, sul mio luogo, mentre vomito parole, frasi, momenti senza raccontar mai veramente cosa ho passato ma scrivere di emozioni che ho provato. Cosa c'è di più profondo se non parlare di quello che mi ha vissuto, mi ha cambiato , mi ha reso Me. Nulla, credo. Ma non credo in niente. Ancora, non credo a niente. Quindi sono tornata, rieccomi angolo di cielo. Mi sei mancato. ma eri con me, lo sapevi? Eri con me. Non è facile, non è perfetto ma sei MIO. Come questo l'inchiostro e le parole. E sto bene, forse. Intanto non ho ancora voglia di scendere. Forse è questo il mio momento, credo.




sabato 6 dicembre 2014

Io mi vedo

Ho pensato a me questa settimana. Ho pensato ai miei errori, alle mie cadute, ai miei pregi e soprattutto ai miei difetti. Ho pesato a ogni mio sbaglio, ogni mia lotta ha assunto una luce diversa. Mi sono guardata e dopo tanti anni mi sono amata. Ho capito che mi amo, ogni giorno, ogni volta. Mi amo. E mi accetto e soprattutto mi perdono. Perdono le volte in cui non ho amato i miei gesti, in cui non ho amato i miei pensieri. Ho perdonato il mio non amarmi. Perché ora lo so quanto e chi sono. Ora mi sono vista. E non smetto mai i guardarmi.

mercoledì 12 novembre 2014

Sponde

"Non è semplice, è questa la verità. Stare qui e sentire tutti questi sogni che si infrangono mi urta. Non mi viene da piangere, Non sento dispiacere o nostalgia o tutti quei sentimenti così ammirevoli. Niente di tutto ciò. Io odio. Questo è semplice. Odio. Ma non è semplice odiare in ogni fottuto momento della mia vita. Odio questa situazione. Odio chi rinuncia. Odio."
"Non è una cosa semplice o complicata. Non c'entra l'odio o i sentimenti ammirevoli. Tu hai un sogno e lotti, loro hanno un sogno e non vogliono lottare. Non c'è molto da capire. C'è chi lotta e si arrende."
"E tu?"
"Io?"
"Lotti o abbandoni?"
" Facile: abbandono. La vita è già dura così."


lunedì 13 ottobre 2014

Proibito.

Lo guardavo e mi perdevo in ogni suo lineamento teso, intento a leggere quel brano, gli occhi socchiusi, le labbra che si muovevano velocemente. Non riuscivo a non distogliere lo sguardo, ogni momento sospeso in quel tempo solo nostro. Di tanto in tanto alzava gli occhi dalla carta stampata e mi sorrideva.
“Perché mi guardi?” mi chiese chiudendo di scatto il libro.
“Così”.
“Smettila” non ammetteva repliche.
“Non faccio nulla, guardo solo il mio professore.”
“Infatti, sono il tuo professore.”
“Lo so, è inutile che me lo ripeti ogni singola volta che ti guardo.”
“ Te lo ripeto perché ogni volta mi guardi così… e…”
“E…?”
“ Basta. Ne abbiamo già parlato.”
“No! Tu hai semplicemente detto che c’era questa…. COSA tra di noi ma non ne volevi saperne. Hai fatto morire ogni possibilità. Mi stai lasciando morire da sola in questo nulla. Il nostro possibile nulla.”
“Basta! Come devo dirtelo che non c’è niente di sano in tutto questo? Non va, non può andare e mai andrà. Te ne rendi conto?”
“ Io no, e tu? Lo capisci quello che provo? Lo sai, lo sai da sempre.”
“ Si e per questo ti tengo a distanza. Ma tu mi guardi e io che posso fare? Non capisco più niente, non mi fai capire più niente.”
“Non posso non guardarti così. E’ l’unico modo che ho per averti.”
“Non parlare. Non dirlo. Non possiamo. “
“Non possiamo o non vuoi?”
“Hai vent’anni anni.”
“ E tu ventotto.”
“Non vuol dire niente.”
“Sono maggiorenne.”
“E malata!”
“Grazie per ricordarmelo ogni volta! Ho vent’anni e sono vent’anni che sono bloccata qui, in questo inferno senza poter esprimere ciò che provo. E no, non me ne frega un bel niente di poter correre e muovermi se non posso amare. Perché è questo che stai facendo: mi impedisci di amarti. Da due anni. Sguardi, battute, la tua continua negazione. E poi ci sono io, che rimango intrappolata qui. Da sola.”
“Non sei sola. Ci sono io, ci sarò sempre io. E per quanto tutto questo sia inopportuno io… lo sai.”

“Lo sai, lo sai. Non so cosa pensi che io sappia ma ora non so un bel niente. So solo che mi neghi tutto continuando a farmi credere in qualcosa. Aspetto. E questa attesa mi ha stremato. Non ho più le forze per aspettare che tu capisca. Non puoi capire. Non è un’infatuazione, io ti amo. Ogni tuo gesto, ogni tuo respiro. Tutto. Io ti amo. Ma da lontano. E’ come se guardassi uno spettacolo, un concerto. Bellissimo, ma dagli spalti. Da sola.”

Si avvicinò. Non parlava semplicemente mi guardava, fisso. Un sorriso sbilenco impercettibile. Mise le sue mani sulle mie e il tempo cessò di esistere. Ogni cosa trovò il suo posto in quel attimo estremamente esatto. E lui mi baciò. Un attimo, le sue labbra tra le mie, gli occhi, quegli occhi, socchiusi. Le sue mani sul mio viso.  Un attimo. Poi tornò a leggere. 

giovedì 25 settembre 2014

Per Starti Vicino

"Starti vicino è capire che il tormento in fondo non è niente, solo un momento passeggero, un attimo. Stai con me." E poi la baciò e tutto intorno a loro abbandonò la propria forma originaria.
Gli alberi, quel mare,  il sole. Bastava averla e lui, lui era incredibilmente sollevato e forse, forse, felice. Si appartenevano come il cielo e il mare, la luna e le stelle, l'amore e l'ardente passione.
Si appartenevano e nulla aveva più senso senza di lei. Neanche il tramonto sul mare, neanche il volo del gabbiano.
Nulla.

venerdì 22 agosto 2014

Inutilmente.

"Il problema non è il problema in se, il problema sono io. E' che la tua mancanza rimane, non è che se ne va o ritorna a tratti, no. Lei rimane e non è facile convivere con la sua costante presenza. Tu non ci sei, non ti trovo, ti cerco e lei è li che mi guarda, beffarda. Non è facile. "

"Non è colpa mia."

" Lo so, ma dille 'ste cose alla mia testa quando non ci sei e ti cerca in camera, in soggiorno, in cucina."

L'abbracciò come se volesse stringerla fino all'alba, come s enon ci fosse stato mai niente di più sublime e giusto.

"Il punto è che ci sono sempre. Come ci sei sempre tu. Ci apparteniamo, è inutile combattere e sottrarci. Ci apparteniamo. "