martedì 24 dicembre 2013

Notte Magica.

Sento la pioggia che cade, frastuono immerso in questo silenzio notturno. Questa è la notte magica. Mi domando perché non nevichi. Tutto pare ovattato, ogni sospiro riempie l'aria di magia e pace. Una pace tanto attesa, cercata e rincorsa durante un altro anno pieno e immenso di emozioni e, tante volte, cadute. Ma è tornata, la Notte magica, puntuale a riscaldare ogni cuore, colmare qualche ferita accarezzando le cicatrici. Un signore anziano vestito di rosso, sulla sua vecchia slitta, dovrebbe svolazzare intorno al mondo portando i regali, o almeno così narra la tradizione. Come la notte che veloce passa, lasciando il suo silenzioso segno, troppe volte dimenticato, ignorato, così ammaliati dall'affascinante luce del giorno, così questo anziano signore passa, lasciando doni, per poi essere dimenticato attraverso lo scorrere dei giorni. Ma questi due dimenticati, ignorati riescono a scaldare il cuore. Alleviano i dolori delle ferite, forse. O forse le accentuano. Ancora non lo so, so solo che questo amore riempie ogni cosa.
Forse, è felicità.

lunedì 9 dicembre 2013

Buoncostume.

"Ti voglio"
Faceva freddo. La neve cadeva, fitta, mancava la città. Il suo strabiliante candore faceva a pugni con la strada, lo stride dei clacson, lo smog e il traffico che si impantanava.
Faceva freddo e tu mi guardavi, come se fosse l'ultima volta, o la prima. Mi spogliavi delle mie paure.
"Ti voglio" avevi settore come se il mondo aspettasse solo questo, la conferma di una passione placata dal buonsenso, buon costume, buona educazione.
Sorridevo. Chissà se era vero, chissà se c'era passione o era solo una tua folle idea nata dalla battaglia tra candore e crudità della città. Ma tu mi guardavi, e le tue mani mi accarezzavano, e non solo di paure mi spogliavi.
"Ti voglio"
"aspetta" cercai di divincolarmi, come sempre. Buoncostume, forse. Facevo a botte con il mio istinto e il mio buonsenso. Ma niente era buono. Girai la sedia e le pesanti ruote cigolarono.
"aspetta amore, ti aiuto..." mi portai fino in camera.
"Ti amo, fino in fondo" mi dicevi.
"Ti amo in ogni tua follia" ti rispondevo e mandato al diavolo il buon costume. E anche la sedia a rotelle.

sabato 7 dicembre 2013

Un inizio.

Quando esci dal club, rimani nel club. L'odore acre ti si cuce addosso, ti senti nuda mentre cammini tra le gente che forse non lo sa, non ti conosce. Eppure ti senti spogliata dentro, una crudità alla luce del sole. Se sei una del club non puoi uscire, rimarrai sempre nel club. Credevo.

La notte stava morendo lasciando spazio a un nuovo giorno. Avevo appena finito un'altra serata, l'ultimo cliente, insistente, mi aveva offerto 100 euro.per uno spogliarello privato, non avrebbe detto niente al capo. E cento euro lisci fanno solo bene. Forse, sorridevo guardando il sole sorgere. Alla fermata del bus, mi confondevo tra le signore bardate, ragazzini assonnati, uomini in giacca e cravatta. Il freddo di Milano, un'altro inverno.
Un ragazze tatuato mi fissava. Sentivo i suoi occhi scavarmi dentro. Cruda agli occhi di un uomo, piccolo uomo, ancora una volta. Ed eccola, la rabbia, che nasceva, furente. Appena l'autobus aprì le porte, cercai un posto, con gli occhi che danzavano tra un passeggero e l altro. Mi sembrava di aver fatto il giro del mondo in ottanta secondi, tutte quelle pelli, quelle lingue, un'unica linea.
Trovai posto in un sedile per due, accanto al ragazzo tatuato. Non mi facevo intimorire da un uomo scutratore, ne ero abituata.
Poche fermate dividevano il club da casa mia.
Dopo la seconda curva, mi salutò. Neanche che me accorsi all'inizio, presa com'ero a cercare le chiavi di casa.
"ciao" mi ripetè. Lo guardai: nessuna malizia, nessun giochetto, neanche l aria di chi mi aveva già vista nuda. Nulla. Solo un sorriso.
"Ciao..." riabbassai lo sguardo. Non avevo voglia di giocare alla preda e al predatore.
"Ti vedo da qualche giorno. Sei sempre così triste." continuò. Non volevo parlarci, non volevo saperne. Lui come.poteva pensare di capire come stavo io.
" Vorrei parlati. Vorrei portarti a bere un caffè e offrirti una brioches" non mollava.
"mezzora e via, torni alla tua vita e basta." continuò.
"Ti va?"
"No". Scesi a una fermata prima.

Il club ti resta dentro, come ogni uomo. E non vivi.più.

sabato 12 ottobre 2013

Una cosa da niente.

La prima volta che lo vide era un sabato mattina. L'autunno era entrato impetuoso tra le vie del paese, raffreddando tutto, ingiallendo le foglie. Come un brav'uomo, aveva spogliato gli alberi di ogni veste. Con tutte le sue buone intenzione non era però riuscito a raffreddare gli animi.
Era sabato mattina, il cielo azzurro e terso aveva accolto gli animi ribelli di un paesino di provincia. Lei, fuori dagli schemi fin da bambina, la testa che vagava tra sogni, desideri e speranze, si perdeva tra le parole stampate su pagine ingiallite, vecchi libri che profumavano d'amore e avventura e magia. Lui, piedi ben piantati a terra, sguardo calmo e severo, un cappotto lungo, che nascondeva un'eleganza senza tempo.
Lei, accoccolata in camera sua.
Lui, di corsa, verso la fermata del tram.
Fu un attimo.
Non l'aveva mai visto, non sapeva che suono avesse la sua voce o se il profumo della sua pelle ricordava il pane o l'infrangersi delle onde contro gli scogli. Lei non lo sapeva. Non lo conosceva. Ma era bastato un attimo. Un sguardo rivolto alla sua finestra, un sorriso, una corsa, un tram, un autunno, un sabato mattina. Una cosa da niente.
Ma è per le cose da niente che si perde la testa.

Non riuscì a pensare ad altro per una settimana, nonostante i sogni, i desideri, le speranze e i libri. Non ci riusciva. Un'ossessione, l'avrebbero chiamata gli altri. Ma Lei non poteva che chiamarlo Lui.

La seconda volta che lo vide era un sabato mattina. Il cielo autunnale era terso, l'aria pizzicava il naso, affondato in una morbida sciarpa. Lo stava aspettando. Non aveva pretese, non voleva essere riconosciuta, non voleva miracoli. Voleva solo sentire il suono della sua voce, conoscere il profumo della sua pelle. Cose da niente.
Lui arrivò.
Qualcuno giurò di averli visti baciarsi, chi raccontò che ci fu solo una stretta di mani.
Ma lui arrivò, le sorrise e le chiese se doveva prendere l'autobus. Lei disse di no.
Si guardarono, a lungo come se le parole fossero un soprammobile inutile.

Passarono svariati autobus, fino a che Lui trovò le parole giuste.
Le pesò, le scelse con cura.

"Le va un caffè? Una cosa da niente. Solo noi due."

Lei sorrise.
Le piaceva come riusciva a posare le parole.
" Mi piacciono le cose da niente."


Si scambiarono anima e corpo, quei due, si amarono fino a farsi del male, si unirono diventando un'unica essenza, restarono insieme fino alla fine. Si amavano. Una cosa da niente.



giovedì 10 ottobre 2013

Forse.

Cercheranno sempre di metterti i bastoni fra le ruote.
 Invidiosi, vorranno solo rovinarti il tuo sogno. Bastardi, sputeranno sulle tue creazioni solo per il semplice piacere di godere della loro grandezze. E se non sarà abbastanza per il loro smisurato ego, ti denigreranno. Cos'è tutto questo? Ha un nome? O è solo una realtà che per troppo tempo ho ignorato, accecata così da sogni e speranze oramai superflue?


Ci sono domande a cui non riesco a darmi risposta quando la notte arriva e c'è silenzio, e ci sono solo io con me. Non so cosa dire se questo fango mi lascerà annegare, tirandomi giù, togliendomi il respiro.
In preda a un vortice di emozioni, l'unica certezza è questa passione e questo amore.
E forse non serve nient'altro.

Forse.

venerdì 4 ottobre 2013

Respiro parole, spargendole in giro, nelle giornate autunnali. Le ritrovo mie, in emozioni sempre nuove.


Settembre è una rinascita. È risveglio. È essere nuovi, rinnovati, unici. È continuare a lottare con forza maggiore.
 

Settembre è un passaggio, è pieno di dubbi, certezze, scelte e talvolta rimpianti. È malinconia. Si trema come foglie, ci si riscalda con il pallido sole. 

Settembre è un'occasione.




Come inchiostro, parole al gusto si caffè. 







Ci sono giornate in cui l'estate lascia il posto all'autunno: l'aria pizzica appena, ci si chiude in giubbetti e magliette leggere, speranzosi che il freddo non entri troppo in profondità. Era una giornata di quelle quando Lu si guardò allo specchio e capì che niente e nessuno poteva comprenderla, amarla, aiutarla, sgridarla quanto il suo paziente e amorevole Po. Non avevano nulla in comune, forse. Completamente distanti e distinti, penso. Bhè, in fin dei conti non lo sapeva neanche lei. Lei e Po erano semplicemente Lu e Po. Parlavano di tutto, avevano idee completamente diverso l'uno dall'altra eppure non si erano mai allontanati, neanche per un'incomprensione. Mai. E forse era amore o possessione o ossessione. Loro ERANO, SONO e SARANNO. Eterni, forse, senza tempo.












Mi sento intrappolata in una realtà estranea, legata alla merda che mi affoga. Cosa voglio davvero? Ancora non lo so. Libertà, forse e tanta felicità. E allora cosa ci faccio ancora qui? Non devo mettere radici dove il sole non arriva.

Ma poi arriva lui, mi sorride accecandomi d'amore.

giovedì 3 ottobre 2013

Baciami, fammi respirare il tuo profumo, cucimi addosso i tuoi occhi e le tue labbra e le tue mani. Come un pittore, dipingimi.

Gioco con le parole, che vinca il migliore.

Un bacio al sapore di caffè,
Il freddo del mattino, 
La tastiera che frenetica scandisce i secondi. 

Basta poco per essere felici. 
Mi basta quest Noi.


E' iniziata una nuova quotidianità, fatta di volti nuovi, nuovi luoghi, nuove realtà e voci. 

Un mondo unico. 
Un passo verso la realizzazione del mio sogno. 

Se il mio pensiero è felice, 
io sono felice.


Si Rinventa il mondo a modo nostro. Si rinventa il modo di amare e ridere. 

Io, per esempio, mi rinvento lavori e passioni. Rinventarsi è completa creatività, usare ciò che si possiede per far nascere qualcosa di unico, nostro. 
Eterno.


sabato 15 giugno 2013

Trekking e scampagnate: la bellezza del campeggio.

La bella stagione è finalmente arrivata, portando con se il caldo, le belle giornate e la voglia di partire. Le mete italiane ed estere sono moltissime, le opportunità crescono a vista d'occhio con l'avvicinarsi del caldissimo agosto, mese privilegiato per la villeggiatura. Quindi, da primavera inoltrata, la domanda che accomuna milioni di italiani è: dove andremo in vacanza?

Mare, montagna, collina, pianura, campagna; mille opzioni, magari pochi giorni disponibili. La cosa migliore sarebbe scegliere una vacanza adatta a chiunque, divertente e magari avventurosa, come il campeggio. Tutto il territorio italiano è ben attrezzato dal punto di vista dei campeggi, che si trovano sia vicino le spiagge che in montagna, dove le scampagnate e le le passeggiate diventano un'esperienza unica. Attraverso boschi, lontano dal caldo afoso delle città, il trekking diventa un'occasione di svago e scoperta, cullati dalle bellezze italiane, tutte naturali. Oppure, accanto alle spiagge, sotto fresche pinete, il campeggio è un'ottima occasione per riscoprire la bellezza del mare e dell'avventura. Qualunque e dovunque sia il campeggio, l'avventura comincia dal momento in cui cerchi di piantare la tenda. Il primo passo è procurarsi tutti gli attrezzi necessari e cercare uno spiazzo adatto, asciutto e magari lontano da alberi che rovinano le tenda a causa della loro resina. Dopo aver preso tutti i materiali necessari, come i teli, i tiranti, i picchetti e l'eventuale ( e comodissima) veranda, potrete procedere con il piantare la tenda ( per sceglierla questo sito è l'ideale www.campingeoutdoor.it  ) , ricordando di fissare bene i picchetti al terreno. Un consiglio molto utile: se vedete avvicinarsi un temporale, scavate una buca che costeggi la tenda, impedendo, così, che l'acqua vi raggiunga. Piccoli accorgimenti che renderanno la vostra vacanza in campeggio una magnifica esperienza, da condividere con le persone a voi più care, riscoprendo la bellezza della semplicità. Pic nic e scampagnate diventeranno un'occasione per scoprire luoghi mai visti, dimenticati o nascosti, vicini e magari anche distanti, dai campeggi dove alloggerete. Passeggiate in montagna o in riva al mare saranno l'esercizio mattutino che vi mostrerà la bellezza della natura. Un'esperienza unica, un modo sempre nuovo e divertente per fare, e soprattutto vivere al meglio, la propria vacanza.  

lunedì 29 aprile 2013

Sei una certezza a cui non mi sottraggo, nonostante il tempo, gli anni, la vita. Tutto accade, come un cerchio, e tutto torna. Rimaniamo, insieme, senza perderci mai.
Ti prego.

I temporali svegliano gli animi inquieti.



Ci sono certezze che non hanno nome, luoghi che non hanno posizioni, realtà il cui tempo è sconosciuto. C'è un mondo invisibile intorno a noi, che ci popola, ci guida. E noi? Forse siam solo delle piccole pedine in mano a un gigante chiamato destino, e a un'altro chiamato fato. Oppure, le mie, son solo farneticazioni. Ancora non lo so, e in fondo non mi importa.

martedì 16 aprile 2013

Sei aria che riempie e dolore che svuota, sei un'amore impossibile diventato reale, sei parte di me, distante, incoerente, solitario e a volte taciturno. Sei un fulmini e mischianti come un tuono. Sei un bacio dolci e sesso duro. Sei vita, la mi morte e la mia risurrezione. Tu sei costantemente, sei in me, per me, con me.


martedì 19 marzo 2013

Parole dal sapore forte,
caffè di lettere mai scritte.
Il profumo, inebriante, mi spinge a scriverne ancora di frasi così.
Cerco il senso di tutto nel fondo nel caffè, ma sicuramente un senso, in questo, non c'è.

lunedì 18 marzo 2013

Ovunque io sono, tu sei. Ovunque tu sei, io sono.

Le parole che non ti ho detto.

La vita si emoziona quando vede sorrisi come i tuoi.

La mancanza di te è un frastuono senza fine.

I nostri universi si intrecciano in infiniti tempi, creando mondi solo nostri, in una realtà che di vero ha un amore senza confini e senza paure.

Respiro a fatica, il tempo si ferma. Lacrime d'aria s'infrangono nei sogni che doniamo al vento. E' tutto lì, è tutto lì.

Respiro gocce di pioggia per non sentire il rumore della loro fine.

Le tenebre non provengono dall'esterno, dal buio, dalla notte. Le vere tenebre risiedono in noi, pronte a macchiare ciò che ci circonda.


domenica 17 febbraio 2013

L'erba Voglio.

Gli incontri determinano il ritmo dei nostri giorni. Come battiti, ci permettono di vivere un'esistenza piena, scandita, viva. Vivere un'esistenza, non sopravvivere, non respirare, apprendere da ogni cosa il massimo, ammirare, stupirsi, gioire, migliorarsi. Vivere sapendo che c'è di più della coltre superficie dei giorni, più delle prime impressioni, più dei pregiudizi. C'è di più. Io voglio che quel di più diventi mio, voglio respirarlo fino in fondo, inebriarmi del suo sapore, ubriaca di verità.

martedì 5 febbraio 2013

Noi, io e loro.

Ci sono giorni in cui le storie affiorano, lentamente e con delicatezza si posano sulle punte delle dita. Attraverso i tasti, le penne, le parole nascono, creando gioia e dolori, falsità e realtà, alternandosi. Altre volte, come una tempesta si impossessano di me e impetuose marchiano la mia realtà, a fuoco, bruciano lasciando dietro di se solo fumo e cenere. E' passione, è amore. Siamo noi, io e loro, conviviamo ogni giorno. In bilico tra realtà e fantasia, prendo boccate d'aria fatte di bolle di creatività. E in fondo, lo amo.

La creatività è il colore che dipinge i miei giorni.




giovedì 31 gennaio 2013

I Dubbi.

Esistono davvero i dubbi? Me lo chiedo spesso. Non sono forse una lotta interiore, dove la nostra parte razionale detta regole che il nostro inconscio, il nostro vero Io, la nostra parte irrazionale infrange bellamente? Credo che non esistano i dubbi, il nostro cuore, il nostro animo sa perfettamente cosa vogliamo ma è la testa a frenarci. Ci frena quando, al sol pensiero, il nostro cuore esplode e batte all'impazzata, dicendo chiaramente "IO VOGLIO QUESTO" . E noi? Noi siamo solo delle prede, dei derelitti in balia di forze maggiori, combattuti tra 'eterna lotta fra il giusto e lo sbagliato. Ma chi decide cos'è giusto e cos'è sbagliato? La relatività regna sui nostri giorni, come può essere precisa ed esatta? Forse siamo noi, con i nostri pensieri, i nostri credo, i nostri principi a decidere se una cosa è giusta o sbagliata. La relatività delle scelta sta nella differenza tra le persone.

venerdì 25 gennaio 2013

Amaro.

Me ne stavo li, immobile, bloccata davanti a quella frase: iscrizioni aperte. Dire che il terrore mi aveva completamente divorato, dalla testa, fino a giu, sotto la vita, sotto le ginocchia, sotto le caviglie. Mi aveva fatto sua in un sol boccone e io non sapevo come difendermi. Paralizzata, mille pensieri giravano attorno a quelle parole "ISCRIZIONI APERTE". Per anni avevo sognato quella scuola, messo via risparmi, stipendi, nonostante questa crisi che ci aveva messo in ginocchio, nonostante tutto, ero riuscita ad arrivare alla cifra esatta, raccolta in un piccolo salvadanaio, una lattina di Coca Cola. Ma il terrore mica se ne sta li, zitto zitto, ad aspettare che tutto fili liscio. Il terrore ti divora, ti paralizza e ti ingoia in un vortice di paura e di dubbi, perché anche loro esigono una parte indispensabile nel processo di decisione. Come un virus t'infettano, per farti perdere quel briciolo di salute e decisione che ti eri guadagnato. L'equilibrio viene a mancare, il respiro si blocca e la testa s'annebbia. Indecisione, paura, dubbi, incertezze, domande. Tutto si affolla, tutto riempie, tutto danneggia la mia stabilità. Niente mi tiene ancorata alla certezza, sola navigo nel mare dei dubbi, guardando da lontano la mia meta. Mentre inspiro penso al viaggio che ho fatto per arrivare qui, gli anni, le notti passate insonni, gli studi solitari, le letture, tutto solo per questo momento. Un viaggio per costruirmi un mio futuro, non stabile monetariamente, non certo, ma mio. Paura e terrore accompagnano quelle frazioni di secondo, quando avvicino la freccetta bianca sulle due parole, mentre con fermezza ci clicco su.

Mi sveglio di soprassalto. Il buio regna sovrano nella piccola stanzetta, dalle fessure delle tapparelle entra la luce fioca arancio dei lampioni. Guardo l'orologio, sono le 3.26. Mi sento spossata, qualche cosa nel sogno mi turbava. Solo quando il mio sguardo si posa sulla lattina di Coca Cola, riesco a dare un senso al sapore amaro che mi tormenta. Un sorriso stanco nasce sul mio viso insieme alla certezza che un giorno ci riuscirò, un giorno potrò dire "Ce l'ho fatta". Ma quel giorno è ancora lontano.

lunedì 14 gennaio 2013

" Ci sono giorni in cui sento il tuo cuore che batte con il mio i tuoi passi sono l'eco dei miei, mentre cerco i tuoi occhi. Ma non ci sei. Una voragine mi divora il petto, in sintonia con la tua mancanza.
Non ci sei ma ti sento costantemente."

domenica 13 gennaio 2013

Ancora tutta da scrivere.

I passi risuonano nella stanza ovattata mentre la festa continua, ignara della mia assenza. Urla, canti, risate, tutto risuona, mentre la solitudine mi accompagna. Nella stanza gremita di gente mi sento come un nocciolo di pesco immerso nella polpa: solo e oppresso. Solo ora capisco quanto sia importante amarsi, bastarsi, viversi. Io con me non so stare, non so bastarmi. Sinceramente mi sto sul cazzo. Irritante, urlante paranoica, ipocondriaca, io. Come faccio ad amarmi? Allontano chi trova una luce in me nonostante questo buio, nonostante queste urla, nonostante la solitudine che fedele non mi abbandona. Cerco l'uscita, non solo del locale. La "neve" bianca è una tentazione a cui difficilmente riesco a resistere. Improvvisi, i tuoi occhi si ancorano ai miei, un caso tra noi, la nascita imprevista di una passione. Sulla porta, abiti scuri, una giacca che incornicia il tuo corpo, un viso angelico a cui non so resistere. Passione, voglia, sentimento, emozione: una frazione di secondo e sono tua. La solitudine si annulla di fronte al tuo sguardo. Lo sai che puoi avermi, perché non vieni a prendermi? Ballo, sola, ti guardo, ti voglio. Ammicco un sorriso e i riccioli rossi ricadono delicatamente sul mio viso. Mi vuoi? Sono qui. Tua splendida e giovane donna. Tua. Prendimi. Balli, giri, ti nascondi e i miei nervi ti cercano, gli occhi ti bramano, le mie labbra ti vogliono. E' questione di pelle e di corpo. Ti blocchi e io ti fisso. Guarda, immagina, come due corpi possono fondersi, come il più può diventare tuo. Guarda come la mia bocca ha sete di te, le mie braccia ti vogliono avvolgere, le mie gambe si flettono a ritmo dei tuoi sguardi. Amami solo ora, solo per una notte. Lascia che la nostra solitudine vada via lasciando spazio alla nostra passione, a ritmo di questa notte, ancora tutta da scrivere.

Perdonate la mia assenza, ma la vostra Lu è troppo presa a sognare e a volte si dimentica della realtà che la circonda, anche se nel suo cuore è sempre presente il suo piccolo angolo di cielo. Nuovi racconti, dialoghi, e disarmonie. Buona lettura dolci creature.