sabato 6 dicembre 2014

Io mi vedo

Ho pensato a me questa settimana. Ho pensato ai miei errori, alle mie cadute, ai miei pregi e soprattutto ai miei difetti. Ho pesato a ogni mio sbaglio, ogni mia lotta ha assunto una luce diversa. Mi sono guardata e dopo tanti anni mi sono amata. Ho capito che mi amo, ogni giorno, ogni volta. Mi amo. E mi accetto e soprattutto mi perdono. Perdono le volte in cui non ho amato i miei gesti, in cui non ho amato i miei pensieri. Ho perdonato il mio non amarmi. Perché ora lo so quanto e chi sono. Ora mi sono vista. E non smetto mai i guardarmi.

mercoledì 12 novembre 2014

Sponde

"Non è semplice, è questa la verità. Stare qui e sentire tutti questi sogni che si infrangono mi urta. Non mi viene da piangere, Non sento dispiacere o nostalgia o tutti quei sentimenti così ammirevoli. Niente di tutto ciò. Io odio. Questo è semplice. Odio. Ma non è semplice odiare in ogni fottuto momento della mia vita. Odio questa situazione. Odio chi rinuncia. Odio."
"Non è una cosa semplice o complicata. Non c'entra l'odio o i sentimenti ammirevoli. Tu hai un sogno e lotti, loro hanno un sogno e non vogliono lottare. Non c'è molto da capire. C'è chi lotta e si arrende."
"E tu?"
"Io?"
"Lotti o abbandoni?"
" Facile: abbandono. La vita è già dura così."


lunedì 13 ottobre 2014

Proibito.

Lo guardavo e mi perdevo in ogni suo lineamento teso, intento a leggere quel brano, gli occhi socchiusi, le labbra che si muovevano velocemente. Non riuscivo a non distogliere lo sguardo, ogni momento sospeso in quel tempo solo nostro. Di tanto in tanto alzava gli occhi dalla carta stampata e mi sorrideva.
“Perché mi guardi?” mi chiese chiudendo di scatto il libro.
“Così”.
“Smettila” non ammetteva repliche.
“Non faccio nulla, guardo solo il mio professore.”
“Infatti, sono il tuo professore.”
“Lo so, è inutile che me lo ripeti ogni singola volta che ti guardo.”
“ Te lo ripeto perché ogni volta mi guardi così… e…”
“E…?”
“ Basta. Ne abbiamo già parlato.”
“No! Tu hai semplicemente detto che c’era questa…. COSA tra di noi ma non ne volevi saperne. Hai fatto morire ogni possibilità. Mi stai lasciando morire da sola in questo nulla. Il nostro possibile nulla.”
“Basta! Come devo dirtelo che non c’è niente di sano in tutto questo? Non va, non può andare e mai andrà. Te ne rendi conto?”
“ Io no, e tu? Lo capisci quello che provo? Lo sai, lo sai da sempre.”
“ Si e per questo ti tengo a distanza. Ma tu mi guardi e io che posso fare? Non capisco più niente, non mi fai capire più niente.”
“Non posso non guardarti così. E’ l’unico modo che ho per averti.”
“Non parlare. Non dirlo. Non possiamo. “
“Non possiamo o non vuoi?”
“Hai vent’anni anni.”
“ E tu ventotto.”
“Non vuol dire niente.”
“Sono maggiorenne.”
“E malata!”
“Grazie per ricordarmelo ogni volta! Ho vent’anni e sono vent’anni che sono bloccata qui, in questo inferno senza poter esprimere ciò che provo. E no, non me ne frega un bel niente di poter correre e muovermi se non posso amare. Perché è questo che stai facendo: mi impedisci di amarti. Da due anni. Sguardi, battute, la tua continua negazione. E poi ci sono io, che rimango intrappolata qui. Da sola.”
“Non sei sola. Ci sono io, ci sarò sempre io. E per quanto tutto questo sia inopportuno io… lo sai.”

“Lo sai, lo sai. Non so cosa pensi che io sappia ma ora non so un bel niente. So solo che mi neghi tutto continuando a farmi credere in qualcosa. Aspetto. E questa attesa mi ha stremato. Non ho più le forze per aspettare che tu capisca. Non puoi capire. Non è un’infatuazione, io ti amo. Ogni tuo gesto, ogni tuo respiro. Tutto. Io ti amo. Ma da lontano. E’ come se guardassi uno spettacolo, un concerto. Bellissimo, ma dagli spalti. Da sola.”

Si avvicinò. Non parlava semplicemente mi guardava, fisso. Un sorriso sbilenco impercettibile. Mise le sue mani sulle mie e il tempo cessò di esistere. Ogni cosa trovò il suo posto in quel attimo estremamente esatto. E lui mi baciò. Un attimo, le sue labbra tra le mie, gli occhi, quegli occhi, socchiusi. Le sue mani sul mio viso.  Un attimo. Poi tornò a leggere. 

giovedì 25 settembre 2014

Per Starti Vicino

"Starti vicino è capire che il tormento in fondo non è niente, solo un momento passeggero, un attimo. Stai con me." E poi la baciò e tutto intorno a loro abbandonò la propria forma originaria.
Gli alberi, quel mare,  il sole. Bastava averla e lui, lui era incredibilmente sollevato e forse, forse, felice. Si appartenevano come il cielo e il mare, la luna e le stelle, l'amore e l'ardente passione.
Si appartenevano e nulla aveva più senso senza di lei. Neanche il tramonto sul mare, neanche il volo del gabbiano.
Nulla.

venerdì 22 agosto 2014

Inutilmente.

"Il problema non è il problema in se, il problema sono io. E' che la tua mancanza rimane, non è che se ne va o ritorna a tratti, no. Lei rimane e non è facile convivere con la sua costante presenza. Tu non ci sei, non ti trovo, ti cerco e lei è li che mi guarda, beffarda. Non è facile. "

"Non è colpa mia."

" Lo so, ma dille 'ste cose alla mia testa quando non ci sei e ti cerca in camera, in soggiorno, in cucina."

L'abbracciò come se volesse stringerla fino all'alba, come s enon ci fosse stato mai niente di più sublime e giusto.

"Il punto è che ci sono sempre. Come ci sei sempre tu. Ci apparteniamo, è inutile combattere e sottrarci. Ci apparteniamo. "

domenica 22 giugno 2014

Eccezionalmente noi

I rapporti, queste strane alchimie che ci legano senza nessuna valida ragione. Rapporti che nascono, che muoiono continuano, si riprendono. Eppure, cosa ci lega? Non un contratto, una parola, una catena. Niente di palpabile, visibile, reale. Ma sono veri, profondamente e incredibilmente veri. Arrivano e te ne ritrovi incatenato, fino al collo e non scappi da loro, o no, mica ce la fai. Quelli ti prendono ti si avvinghiano addosso decisi che in quel momento, in quel giorno, in quel preciso istante tu sei loro. Ed è l'inizio della fine. Arriva il momento in cui tu come persona, unica, precisa, non esisti più. Un solo ed unico NOI che aleggia, e ti fa anche felice, cazzo se sei felice. Felice dentro, felice fuori, felice con lui, con lei, quando non ci stai e anche quando non ci sei. Sei felice. E poi ci sono i problemi ma tanto, tanto a te non fregano. Perché ci sono i rapporti e loro, eccezionalmente loro, salvano tutto. E tutti. A volte o almeno così mi pare. A me è successo di essere salvata da una parola, un gesto, un messaggio. Perché sono i dettagli a salvarti mica le cose grandi, eclatanti e tanto inutili. Basta un bacio sulla guancia., un sorriso prima di un saluto, il dire: "Andrà meglio domani". Mi hanno salvato le briciole di pane ai piedi delle relazioni umane. Le persone a volte manco lo sanno di riuscire a salvare gli altri. Molti miei salvatori non li sento più, altri li ho mandati a fanculo e circa la metà ho smesso di salutarli. I pochi, preziosi, che sono rimasti sono le mie pietre miliari, i miei gioielli, le mie persone. Quelle per cui donerei valanghe di sorrisi pur di vederli salvi. Quelli per cui passere una notte in bianco pur di farli dormire. E sono pochi, pochissimi. Forse mi comprendono in ogni mia sfaccettatura, in ogni mio sbaglio. Mi capiscono. Non so se davvero mi conoscono ma mi apprezzano, a prescindere. Ne ho combinate, ho sbagliato, sono cambiata ma loro sono ancora qua. Non fisicamente, non con mille attenzioni ma ci sono. Io vivo con la loro presenza accanto e loro, inconsapevoli, mi aiutano stando in silenzio.
Che strani i rapporti umani che si legano per non lasciarsi più. Ma a volte, di colpo e senza preavviso, si lasciano, troncano, muoiono. Si passa da essere tutto ad essere niente. Estranei che si conosco alla perfezione, sconosciuti che ricordano il sapore dei loro baci. Il profumo della pelle di chi non ha neanche più il tuo numero.
Relazioni che nascono, amori che muoiono, amicizie che deludono. Persone che ci sorprendono e ci tolgono il fiato nelle notti d'estate. Ma mica lo sanno loro che io scrivo e ci penso, mica lo sanno che sorrido se mi guardano dentro. Mica lo sanno che penso a loro mentre lavorano e ridono e cantano. Non lo sanno. O forse si, perché mi guardano e mi vedono per quella che sono in ogni ruga e difetto. In ogni essere me stessa.

giovedì 6 marzo 2014

In lontananza si vedono le montagne.
Il cielo di un timido azzurro ricopre la mia città.
Io scrivo.
E sono felice.

Primavera.

E' arrivata, inaspettatamente. Come il sole tra le pesanti nuvole grigie, come un sorriso spontaneo nella routine. Nessuno si aspettava il suo arrivo, neanche lo avevo sentito, ma è arrivata, travolgendomi. Ha portato un sole caldo, il profumo dei fiori, il rumore dei motorini che sfrecciano veloci. Nel suo calore, mi ha abbracciato. E' arrivata, la mia stagione preferita dove il cuore batte forte e la voglia di vivere mi pervade.
La voglia di vivere. La voglia di noi.
Non fare così, ti prendo per mano e andiamo,ti va? Non sarà difficile, sentirai il sole sulla pelle, il rumore degli alberi scossi dal vento, i primi uccellini, le macchine e i motorini. Qualche volta sentirai ridere e cantare e fischiettare. Forse vorrai farlo anche tu.
E' come se il mondo fosse rimasto in silenzio per così tanto tempo che solo oggi riscopro i suoi rumori. Senti come mi batte forte il cuore.
Amore, che colore ha il mondo in primavera? Si veste come una donna in festa?
I colori forse non li vedi neanche tu, anche se i tuoi occhi guardano. Non li ho mai visti, sai, i colori. Li ho sempre sentiti. Il calore del sole, il profumo dei fiori, il danzare degli alberi.
In questo buio, ogni primavera riaccende in me un arcobaleno d'emozioni.







domenica 2 marzo 2014

Perché?

Piove, come ogni giorno d'altronde. Il freddo più intenso è passato, lasciando il posto a una leggera brezza. Una tazza da thè, le nuvole grigie, una coperta e i miei pensieri. Mi piace perdermi in loro, naufragare. Ricordi che sono onde e un dolce riparo dalla tristezza. Manca l'eco dei tuoi passi, il tuo profumo in cucina alle sette di mattina. Manca il rumore del rasoio elettrico e la doccia fradicia. Manca la tua parte del letto calda, la tua risata contagiosa. Manca il tuo il tuo risotto alla zucca e le canzoni blues la domenica mattina. 
Fiore piove e sento freddo, dentro. 
La mancanza è una costante presenza e tu ci sei. Sei nei miei movimenti, nei miei sorrisi, nei miei sospiri. Sei nei miei pensieri che sono onde e mi riparano. Tu mi ripari, mi proteggi. 
E sono due anni. 
E ancora non ci sei. 
Hanno chiuso il caso, sai? 
Disperso, forse suicidio/omicidio. 
Ma come fai a non essere più qui se niente dentro di me è cambiato? Dovrei sentirlo. Come qualcosa che si rompe, un pezzo in meno, un dolore in più. Invece c'è solo la tua mancanza, la tua distanza. 
Dovrei sentirlo, mi ripeto. 
E allora perchè continuo a piangere? 
Perché parlo con te?


mercoledì 12 febbraio 2014

Pensieri sparsi, notti terse.

Ci sono ore della notte che sono dense, come cioccolatini.
 "Cioccolato fuso e caffè, per me" sussurra il buio alla flebile luce della luna.
"Un attimo ancora" Ella risponde.
Cosa rimane poi se non noi, umili spettatori della notte, che respiriamo nuvole basse ed emozioni.

venerdì 31 gennaio 2014

Vivo

Ci sono notti senza stelle, 
Giorni senza nuvole, 
Mondi senza soli, 
E rami senza foglie. 

E poi ci siamo noi, 
Dipendenti dall'amore
Assuefatti da quel sapore 
Dolce amaro. 

Ci sono io, 
Che cerco il mio posto tra la polvere, 
Il mio cielo tra le travi, 
E guardo in altro, e rido

In fondo, 
in ogni modo, 
Io Vivo.