Lu&Po

"Cambierai, ti passeranno davanti ideali e sogni infranti, amori, tanti amori. Conoscerai le persone e vedrai, oh si, vedrai per la prima volta questo dannato mondo."
"E come sarà?"
"Terribilmente bello. Ti toglierà il fiato e riscoprirai la dolcezza. La vera dolcezza."
" E poi?"
"Rinascerai."
"Rinascerò."
"Sarà terribile e meraviglioso. Lo amerai. Fidati."











"Cos'hai Lu?"
"Niente Po...niente."
"Hai lo sguardo perso nel caffè."
"Come sempre..."
"Stavolta, stavolta è diverso. Hai la tempesta dentro. Lo vedo."
"Da cosa?"
"Hai fulmini negli sguardi."
"Sono in tempesta. Ho una guerra dentro."
"Da cosa lotti?"
"Da nulla, in realtà. Sono in guerra civile. Tra me e ME."
"Deve essere tosta."
"Si. E' tosta, sono tosta. Non ho capito cosa voglio ne come ne quando ma soprattutto perché. Perché dovrei lottare con me stessa per qualcun'altro? Non voglio neanche sprecare una parola di più. Non voglio neanche pensarci." 
"Lotti con te per stare con lui?" 
"Ecco. Credo di si."
"Nobile."
"No, è da matti. Sono pazza. Sono in guerra e la guerra non è nobile. E' tutto così... complicato."
"I rapporti sono complicati, difficili. Incompleti troppo spesso"
"Non è complicato il rapporto ma l'esserci sempre, costantemente. Essere presente. L'annullarsi di fronte all'altro. Ecco è questo che mi terrorizza. E se dopo questi sforzi per essere me, mi perdessi per trovare lui? Per aiutare lui?"
"Non te lo permetterò."
"Non me lo perdonerai?"
"Goditi il momento. Vivi. Buttati. E fai pace con te."
"Farò pace con me." 
"Tanto io ti perdono sempre, Lu."
"Lo so Po, lo so."










"Non riesco ad arrendermi, è questo il mio problema."
"Lo so."
" Come fai a saperlo, Po?" 
" Te lo si legge in faccia. Sei una guerriera delle cause perse in partenza o di quelle sfortunate. Lotti e lotti, fino alla fine anche se questa fine l'hai già superata o non arriverà mai. Sei così."
" Già."
"Non devi fare così, però." 
"Non devo lottare?"
"No, non devi arrenderti. Ora, con me, ti stai arrendendo. Ora ti stai rassegnando al fatto che non ti arrendi."
"Questa volta ho perso, Po. L'ho perso."
"Come fai a dire di averlo perso?"
"La nostra ultima foto non c'è. Il suo viso, ora, non è qui. Mi sento persa, Po. Persa."
"Lotta per lui. Che ti serve una foto quando hai i ricordi? E il suo viso, che cambia, se conosci le sue parole?"
"Ho perso Po. Ho perso l'ultima traccia di noi. Ho perso, per la prima volta. "
"Ti sei arresa, per la prima volta. "
"Forse è così."










"E' così difficile crescere?"
"Forse."
"Come forse, Po?"
"Forse. E chi lo sa, scusa? Chi cresce davvero? Chi davvero si crede un adulto, cresciuto, fatto e finito? Nessuno, ti dico, nessuno."
"Nessuno..."
"Nessuno."
" E tu sei cresciuto?"
"Chi, io? No. Per niente. Non cresco mai. Imparo, sbaglio, imparo, cado, mi rialzo. Ma cresce, quella è un'altra cosa. Chi cresce? Un Papa, un Presidente? Forse neanche loro crescono davvero, lo fanno solo credere per farsi ammirare ma rimangono sempre loro, ragazzini impauriti alla ricerca della loro strada."
"E io che credevo che tu fossi già vecchio e decrepito. Sei più furbo e infantile di me."
"Grazie, il miglior complimento che tu mi abbia mai fatto." 




"Ho bisogno di essere me. Come una voglia, un desiderio. Voglio essere me stessa, nei miei sbagli, nei miei sorrisi, nelle mie urla."
" Forse ti vogliono solo migliore."
" Se mi vogliono migliore, non vogliono me. Vogliono qualcosa che è ancora nascosto, intrappolato, acerbo. Vogliono un'altra me, ma non me. Mi capisci Po?"
"Ti capisco, ti comprendo e soprattutto li comprendo. Chi ti ama vuole il meglio per te e di te."
" Io voglio me e basta."















"E' come quando non volevo andare a scuola, la stessa identica sensazione. Mi chiude lo stomaco. E non respiro"
"Si ma Lu, tu a scuola ci sei andata e ora ci sei anche tornata!"
" Ma non è per la scuola, è la sensazione ad essere uguale. Stomaco chiuso, fiato corto... E' l'ansia che prende il sopravvento. Prima era per la scuola, ora per Questo!"
"Quindi, l'Università non c'entra nulla?"
"No, è qualcos'altro. E' queste cose, che tanto mi piacevano prima e ora mi fanno paura. Mesi fa sapevo di esserne all'altezza, potevo scrivere, scrivere di altri, senza scrivere i miei racconti ma interviste e pezzi e articoli... ma ora non lo so più! Troppo tempo è passato, non sono più quella Lu che impazziva per un niente. Sono caduta."
"Sei più forte. Sei una donna che è caduta, si è illusa, ha sperato e si è ferita."
"Sì, ma non so se posso farcela ancora. E se succede di nuovo? Non so come fare..." 
"Guardami Lu, Guardami negli occhi. Non leccarti le ferite, pavoneggia le cicatrici. Sei caduta, ti sei rotta, hai i segni cuciti addosso. Vantatene. Tu hai lottato. Tu hai perso. Tu sei ancora in piedi. Fanculo ai capi, al lavoro, ai sogni che ti hanno infranto. Tu hai ancora voglia di scrivere di tutto, di mettere le parole una in fila all'altra per creare qualcosa di grande, che siano racconti o articoli. Tu hai le cicatrici, tu hai qualcosa da dire. " 

























" Mi chiedo come fai a chiudere i sogni in un cassetto, a lasciare che il dolore si impossessi di te e dei tuoi cari. Malattie su malattie, dolori su dolori e tu sei qua, immobile. "
" E cosa dovrei fare? Sorridere di fronte a tutta questa merda a questo dolore?"
"Lottare..."
"Non c'è nulla per cui lottare. Sono disarmati. Una guarriera senza armi"
"Armati di quell'amore tuo, così inteso a volte da far male a chi ti sta vicino. Armati del buonsenso che ti ha portato a crescere, lo stesso che ti stava facendo diventare donna. Perchè ora, con le tue ristrezioni, il tuo negazionismo, la tua negatività ti rende debole, bambina."
"Da quando essere fragili è un difetto?"
"Debole, non fragile. Tu sei debole: abbassi la testa di fronte al dolore, lasci vincere la vita. Combatti, Lu, combatti per la tua storia, combatti per la tua felicità, combatti. E se cadrai, tra la merda che riempie questo mondo, saprai che, nonostante tutto, avrai lottato: tu avrai fatto la tua parte. Una battaglia senza armi, una guerriera di parole, di fatti, momenti, attimi. 
Sii la donna che combatte il dolore con un sorriso sulle labbra, le mani sporche di fango, e il sole sul viso." 





Ci sono giornate in cui l'estate lascia il posto all'autunno: l'aria pizzica appena, ci si chiude in giubetti e magliette leggere, speranzosi che il freddo non entri troppo in profondità. Era una giornata di quelle quando Lu si guardò allo specchio e capì che niente e nessuno poteva comprenderla, amarla, aiutarla, sgridarla quanto il suo paziente e amorevole Po. Non avevano nulla in comune, forse. Completamente distanti e distinti, penso. Bhè, in fin dei conti non lo sapeva neanche lei. Lei e Po erano semplicemente Lu e Po. Parlavano di tutto, avevano idee completamente diverso l'uno dall'altra eppure non si erano mai allontanati, neanche per un'incomprensione. Mai. E forse era amore o possessione o ossessione. Loro ERANO, SONO e SARANNO. Eterni, forse, senza tempo.




Le nostre battaglie.

"Spero tu non sia cambiata, eri una battagliera, ricordi? A sette anni urlavi per essere il capo indiscusso della tua banda. A dieci picchiavi i maschietti che prendevano in giro quell'amica tanto sola quanto timida. A dodici ti facevi valere con le tu strane teorie sulla letteratura, a diciotto eri l'avvocato della tua classe. Il tuo motto: Mai stare zitta se qualcosa non va, bisogna essere coerenti. E ora, che hai? Ti abbatti per il primo bastardo che ti metti i bastoni fra le ruote? Se mi diventi moscia, vengo li a urlarti come si deve. Ce li hai ancora i tuoi sogni cuciti addosso, i tuoi ideali tatuati sul cuore? Ancora canti quando sei da sola in casa e saltelli se qualcosa va per il verso giusto? Allora, urla, ribellati, spacca sto mondo infame. Non eri tu che dicevi: Dipingi il Cielo e Fallo tuo? Allora prendi in mano il tuo pennello, riporta alla luce i tuoi colori: sei una guerriera, ricordatelo sempre."

" Si, ci sono, forse arrugginita e impolverata ma ci sono. Sono qua, ma la voce non esce, e le mani sono stanche e sento grosse catene che mi legano al letame da cui vorrei scappare."

"Testa alta, pugni chiusi e labbro spaccato, Lu. Lotta. Sorridi, soffri e sii felice. Non è questo quello che vuoi?"






Bisogna guardarsi indietro.

" Lu, che male c'è a ripensarci? Che male fa se ricordi com'era? Ora sei qua, l'hai superato, hai una nuova vita, nuovi sogni, nuove idee. Cosa ti spaventa?"
" Non fa male pensare a com'era, con chi ero, non mi fa paura ricordare com'erano le persone. Non mi spaventa la situazione che ho superato e tanto meno mi terrorizza come e cosa ho passato. Ma non riesco a dimenticare. Le persone si scordano, ma non puoi dimenticare com'eri tu. E' questo che mi spaventa. Non i riconosco più. Quella di prima non ero io. Era un mio surrogato, mi ero eclissata per piacere ad altri. Ora sono me stessa, sono l'adulta che ho sempre desiderato essere. Sono la Donna che volevo diventare. Se guardo indietro vedo la strada percorsa. Torno sui miei passi e capisco di aver scelto la strada giusta, di aver fatto le scelte che mi hanno fatto crescere. Ora sono felice. Ma mi spaventa ancora quando ripenso alla ragazza che ero. Non ero io, ero una persona che cercava di piacere a tutti dimenticando che bisogna piacere a se stessi prima di tutto."
" Sono fiero di te."
"Anche io."
E per la prima volta dopo tanto tempo tornarono a essere una cosa sola, ma solo per un secondo, per poi tornare ad essere due opposti, due facce della stessa medaglia.









Umanamente animali.


" Sai Po, oggi pensavo all'uomo, più precisamente all'umanità. Dicono che l'uomo discenda dalle scimmie, quindi anche noi siamo animali. Secondo te, in quale animale si potrebbe identificare l'uomo?"
" Di getto, come hai detto tu, tutti direbbero le scimmie. Ma io ho sempre pensato che l'uomo assomigli molto di più al lupo. Non per la bellezza o la potenza dell'animale, ma al comportamento. Il lupo vive in branco, anche se potrebbe benissimo vivere in solitudine. Agisce con e attraverso il branco. Può essere crudele e far paura, ma sa essere tenero con i propri cuccioli e le persone che ama. E' fedele alla sua terra, è territoriale. L'uomo è un lupo. Il bisogno di appartenere a qualcosa, di sentirsi parte integrante di un branco accomuna ognuno di noi. "
" Io avrei detto che l'uomo riesce ad identificarsi molto di più in un uccello. L'idea e l'istinto di volare, lontano.  Il bisogno di migrare, sempre verso un luogo migliore.  La cosa che accomuna il lupo e l'uccello è il branco o lo stormo: ognuno sente il bisogno di vivere insieme ai suoi simili, come l'uomo sente il bisogno di far parte della società. Tutti potrebbero vivere in solitudine, ma non tutti ci riescono e molti non vogliono. Far parte di qualcosa ti fa sentire vivo, la solitudine,invece, pian piano, ti uccide."














Lu, e i suoi racconti.

"Molte persone mi chiedono se i miei racconti siano autobiografici. In quei momenti non so proprio cosa rispondere. Le mie storie nascono dalla mia fantasia, intrecciando personaggi visti, discorsi già sentiti o fatti, mie convinzioni, mie idee. Tutto nasce, tutto si crea nella mia testa. Per giorni ci penso e ci ripenso, butto giù qualche parola, magari ne parlo con qualcuno. Queste storie vivono dentro e con me. Sono frutto della mia fantasia. Quindi, posso definirle non-autobiografiche? Non credo. Ognuna di essa racconta un pezzetto di me, racchiude una mia affermazione, una mia idea del mondo,della società, dei rapporti umani.  Magari è un dialogo rivolto a qualcuno, o solamente rivolto a me. La mia valvola si sfogo emotivo, psicologico, creativo sono questa parole, queste storie che nascono dentro di me, prendono vita nella mia testa e lentamente si lasciano andare sulla tastiera del computer o tra le lievi pieghe di un foglio.
Allora credo che si, i miei racconti sono autobiografici. "








Lettori.
" C'è qualcosa di meraviglioso nei lettori, non trovi Lu? Li vedi, nascosti dietro pagine e pagine di libri, libroni o libricini, tutti intenti a leggere. Alcuni sorridono, a qualcun'altro scappa una risata, altri piangono. Si immergono in un mondo che noi, normali passati, viaggiatori o meglio non-lettori, non riusciamo a capire o immaginare. La cosa meravigliosa dei libri è che ti fanno fare viaggi assurdi, in terre sconosciute,attraverso persone mai viste o mai esistite, scoprendo vite altrui e arricchendo la propria, per poi tornare, stravolti, su questa umile terra.I lettori sono fisicamente tra noi, ma con lo spirito sono ovunque la fantasia potrà portarli. E non si stancheranno mai di viaggiare con lei, anzi, Lei è una droga somministrata da pagine profumate, libri incartati, vecchi manoscritti nascosti. I lettori sono i viaggiatori impavidi che popolano da sempre il nostro piccolo mondo."











Senza pensieri.

"Devi vivere, Lu. Come te lo devo spiegare che nulla si ferma al presente? E' tutto un viaggio, un continuo, una strada. Tutto quello che hai vissuto è una lezione che hai imparato, e ora la stai mettendo in pratica. Non puoi dimenticare ciò che è stato, non puoi piangere in continuazione. Devi lottare. Sei stata ferita? bene, laccati le ferite e trionfante, sempre a testa alta, guarda la tua vita negli occhi e vivi. Vivi, lu. Vivi ricordando e apprezzando il passato, giocando con il presente, lottando per un futuro migliore. Hai sofferto, soffri e soffrirai, ma quel sorriso, il tuo magnifico sorriso, non perderlo mai, Ok? La vita si emoziona quando vede sorrisi come i tuoi. Non essere triste. Non voltarle mai le spalle. La vita restituirà sempre ciò che le doni."













Ho imparato a sorridere. A piangere son bravi tutti.

"Ascolta Po. Ascoltami bene. Tu vuoi rimanere qui, a deprimerti, a piangere, a continuare a soffrire per cosa? Finti sorrisi? Abitudine? Per favore. Te lo chiedo come un favore personale. Amati! Ama quello che sei e non strisciare dietro a vermi come questi. Solo i vermi sanno fare così. Tu non sei un verme. Sei migliore di loro. Sei una farfalla, ormai. E spicca 'sto volo diamine! La vita non è eterna! L'età della giovinezza tanto meno! E come le farfalle che vivono solo tre giorni. anche tu devi goderti ogni momento. E adesso, asciugati quelle inutili lacrime e sorridi. Sorridi perchè oggi c'è il sole e non piove. Sorridi, perchè vivi un giorno di più. Sorridi, perchè quando sorridi sei tremendamente più bello. E impara a sorridere, perchè a piangere son bravi tutti." 














Il venerdì pomeriggio.


"Credo che le persone che hanno arricchito la mia vita con la loro, siano stati i miei punti di riferimento, gli esempi che porto sempre con me, gli obbiettivi da raggiungere o evitare.
Come il loro rapporti con i sogni.
Ognuno ha un sogno, no? Un obbiettivo, un desiderio, qualcosa in cui credere e fantasticare la notte, prima di addormentarsi regalando i loro pensiere alle stelle e alla luna. Tutti ne hanno uno.
Ecco poche persone, i miei esempi, li hanno realizzati. I sogni più facili e vicini sono riusiciti a realizzarli ma quelli più forti e folli di cui non puoi fare a meno di sognare la notte o guardando fuori alla finestra, ecco, i miei esempi non hanno avuto la forza di realizzarli.
Credo che io non lo farò. Non voglio lasciar cadere i miei sogni come petali di fiori secchi, lasciarli volare lontano nella brezza del vento. Non li abbandonerò in uno scatolone impolverato, nascosto dietro a un vecchio mobile nella cantina a casa dei miei.
Capisci cosa voglio dire?
Non voglio lasciarmi scappare tutto ciò che vorrei fare e quindi essere. Lo voglio prendere, quel sogno, delicatamente fra le mani, come seta ,anzi, come un fiore , una pianta. E con essa coltivare e crescere, impare a vivere attraverso di lei.
Forse non arriverò in cima , non riuscirò a vedere la vetta. Forse mi fermerò a metà della salita, tra i poschi e i fiori e, guardando indietro, mi stupirò del paesaggio e della strada fatta e non rimpiangerò mai la strada ancora da fare. La  guarderò con ammirazione , qustando quella fatta , la stanchezza e la gioia di averci provato e se anche avrò sbagliato avrò la certezza di avercela messa tutta. Tutto quello che potevo fare l'avrò fatto.
Capisci perchè lo voglio questo sogno? Lo desidero con tutte le mie forze : alla vetta ci voglio arrivare , per arrivare in cima e guardare com'è bello il mondo da lassù"
"Sei così sicura del tuo futuro. Come fai a non aver paura, a non ricrederti?"
"Io muoio, letteralmente muoio di paura. Ma sò perfettamente cosa amo. E la paura non è niente in confronto a questo folle amore."
Lu e Po, in un freddo venerdì di novembre.

















Po e l'amore.

"Non è che non voglio innamorarmi o non me la senta. Semplicemente non ho voglia . Troppi sentimenti messi in gioco per confonderti, troppe notti insonni a pensare e immagginare situazioni o addirittura dichiarazioni, le litigate per ragioni stupide , conoscere i suoi amici, uscire, imparare a conoscersi... No ,davvero, non ne ho voglia."
"... Secondo me hai tanta voglia e troppa paura per buttarti a rischiare, per una volta, di perdere."

Lu & Po.