Anche quel giorno, la pioggia aveva deciso che non si sarebbe fermata. L'acqua, ormai, straripava dai tombini, ma sembrava che al resto del mondo non interessasse. Forse perché essendo a Milano, la fretta, l'ansia, il maledetto correre che non si arresta mai, non ti fa vedere ciò che succede intorno a te. Camminando a bordo del marciapiede, avevo deciso che, quella mattina, avrei fatto più attenzione a ogni cosa. Alle persone che passano, distinte, in giacca e cravatta ma che urtandoti non sapevano chiederti scusa; agli studenti, chiassosi e sempre allegri, qualcuno con il muso lungo, qualcun'altro con la sigaretta in bocca. Agli anziani, cosi arzilli e veloci che sembravano finti. E poi le nonne con i bambini, le donne con le carrozzine, le ragazze, le modelle, tutti che correvano, si spintonavano, non chiedevano scusa. Ognuno di loro ci passava davanti, ma nessuno lo vedeva: Frank, il mendicante. Non so da quanti anni lui era li, seduto a terra, con il suo cartello. Magari erano dieci, magari erano due, nessuno lo sapeva con precisione. Lui stava li, dalla mattina presto, fino alla notte, con il suo cartello, il capello, e qualche volta blaterava qualcosa contro qualcuno, tossiva, rideva. Nessuno sapeva dove stava la notte ne da dove veniva. Lui era semplicemente Frank, il mendicante. quel giorno ci passai davanti e sorridendo, gli donai cinque euro. Lui alzò gli occhi, e ricambiò il mio sorriso. Gli mancavano tre denti davanti.
" Grazie" si tolse il capello, in segno di ringraziamento.
" Sono 1989 giorni che ci vediamo, ogni mattina, e sono solo 124 volte che mi dai qualche dannato centesimo" una tosse rauca lo bloccò. Rimasi a bocca aperta.
" Che guardi? Chiudi la bocca, ragazzo, se no entrano i moscherini!" la serrai, di colpo.
" Sei un bravo ragazzo, ma sei un pirla! ahahahahhaha" Questo era troppo. Perchè mi insultava?
" Vedi? Mi vorresti dire di stare zitto invece te ne stai li, con la faccia da pesce lesso" ora ero davvero spaventato. Cosa voleva Frank da me?
" Vorrei solo dirti di darti una svegliata. Se vuoi qualcosa, vallo a prendere. Se hai un sogno, realizzalo. E non stare li impalato. Vai per la tua strada. Alla tua età, io, avevo già tutto quello che avevo sognato. O quasi" scoppiò in una risata fragorosa. Io mi girai per andarmene.
"Ciao Frank" sorrisi. Per la prima volta lessi il suo cartello ' Ciao, sono Frank. Io vi conosco, anche se voi non lo sapete. Donatemi qualsiasi cosa, e io vi darò un consiglio. O vi dirò il futuro. A voi la scelta'
" Ciao Teo" rispose lui, facendomi l'occhiolino.
Mi incamminai verso casa, quando all'improvviso mi bloccai. Io non mi ero mai presentato a Frank.
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