venerdì 26 ottobre 2012

Questo racconto si intitola "Solo Mio" ed è stato pubblicato sulla pagina di facebook Poems. http://www.facebook.com/photo.php?fbid=506893882654831&set=a.301323679878520.84647.185786781432211&type=3&theater


Quella notte il cielo era coperto di nuvole, delle stelle non c'era neanche l'ombra e il sonno tardava ad arrivare. Una notte senza stelle e senza sogni. Sono queste le notti in cui non riesco a non cedere. Le notti in cui il buio regna sovrano e il silenzio inghiotte tutta la città. E in quel buio che ha inghiottito anche me e la mia fredda razionalità, cerco il telefono e compongo quel numero tanto conosciuto che le mie dite scorrono sui tasti da sole.
Primo squillo. Fa che risponda.
Secondo squillo. Ti prego, non mancare stanotte.
“ Dottor Mastrotta, mi dica” solo quella voce calda riesce a calmare ogni mia paura.
“ Mi manchi...” sussurro, piano, impercettibilmente.
“ Arrivo subito, mi dia il tempo di prendere l'auto.” Amo quando bluffa in quel modo.
“ Ti aspetto” riattacco e mi sdraio. Pochi minuti dopo sento girare la chiave nella serratura. Un tuffo al cuore e lo vedo sbucare dalla luce fioca del corridoio. Gli vado incontro e mi perdo nei suoi abbracci, nei suoi baci, nelle sue carezze.
Al risveglio lui è lì, accanto a me. Occhialetti da lettura e giornale. Per un momento fingo che quella sia la nostra quotidianità, fingo che la sua fede è mia, che insieme viviamo il nostro matrimonio, fingo che lui sia solo mio. Mi guarda e baciandomi appena sussurra: “ Buongiorno amore”. Con calma si alza e lentamente comincia a vestirsi.
“ Vado, prima che mia moglie si insospettisca e chiami in ospedale. Ti chiamo io, presto” e con un altro insulso, veloce e freddo bacio scappa via. E io mi abbandono al ricordo di noi con la certezza che non sarà mai solo mio.  

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