martedì 21 giugno 2011

Entrando in pasticceria.

Una fitta allo stomaco, la paura a mille e fuori piove. Piove sempre quando devo fare qualcosa di importante, importante per me. Ti guardo negli occhi e tu con il tuo splendido sorriso mi auguri buona giornata incitandomi di entrare. E io entro. Il profumo caldo delle brioches, il sole della crema, gialla e morbida come un abbraccio materno. Il candore della panna, nuvole a portata di mano. Torte sparse in giro, pasticcini perfetti, disposti su otto file come tanti piccoli soldatini, pronti per essere mangiati da clienti affamati di dolcezze e calore. Il caldo del forno, il gelo della cella frigorifera. Tutto così nuovo. Tutto così già mio.E la paura svanisce, con il profumo delle torte. Il caldo del cioccolato temperato, come un bacio appassionato o un bacio della nonna. Caldo e morbido sulle dita, scende piano sul palmo fino a sporcare tutto il grembiule. E io sorrido.
 Prendo in mano la sac à poche e mi sento indifesa davanti alla maestria di quell'uomo, così abile nei piccoli e sicuri movimenti della mano. Io così imbranata e insicura. Allora mi faccio una promessa: un giorno saprò anch'io danzare  con la panna su una torta, come un pittore con la sua tela, come uno scrittore con il suo foglio. Anch'io avrò il mio momento di gloria. Questa è una Promessa.

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