mercoledì 29 giugno 2011

Lacrime agli occhi e respiro mozzato.

Non mi ricordo che giorno era, ne dove eravamo.
Non mi ricordo che tempo c'era , ne se era mattina o pomeriggio.
Mi ricordo solo che ridevo, ridevo per quello che avevo e per quello che non avrei mai avuto.
Ridevo per quella che ero e per quello che avrei voluto essere.
Sdraiata su quel prato, ridevo
per me,
per te,
per quanto sia buffo come poche persone possano illuminarti le giornate di colori mai visti.
Come quei pochi amici che quando li vedi e ti spunta il sorriso, e una risata scappa leggera tra le labbra.
Come quando passi davanti a quella panchina,
e ti ritorna in mente una sera dove avevi parlato così tanto di te ,
di tutti i tuoi sogni e delle tue paure,
che ti si illumina il viso e ti si riempe il cuore.
Come gli ultimi giorni di scuola ,
dove l'allegria e quel pizzico di malinconia ti accompagnano in ogni ora.
Ecco, quel giorno ridevo così.
Con le lacrime agli occhi e la bocca spalancata.
Con il mal di pancia e il respiro mozzato.
Ridevo perché in ogni risata c'è un piccolo universo che cresce con la musica di quei pochi istanti.

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